Pretendevano il “pizzo” sulla casa popolare. Tre arresti nel napoletano

In manette Nicola Palumbo, Giuliano Palumbo e Antonio Fruttaldo, ritenuti dalla Dda contigui al clan Longobardi-Beneduce

NAPOLI, 24 dic – Aveva chiesto soldi all’assegnatario di una casa popolare di Quarto (Napoli) e non avendoli ricevuti si era rivolto alla camorra. E’ quanto emerso nel corso di una indagine dei carabinieri della compagnia di Pozzuoli e della tenenza di Quarto Flegreo, che hanno dato esecuzione a un decreto di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla DDA di Napoli a carico di tre soggetti ritenuti contigui al clan camorristico dei ‘Longobardi-Beneduce’ e responsabili di tentata estorsione in concorso aggravata da finalita’ mafiose.

I tre fermati sono Nicola Palumbo, 50 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno a Quarto, ritenuto reggente del clan; Giuliano Palumbo, di 31 anni, residente a Marano, incensurato; e Antonio Fruttaldo, 51 anni, residente a Quarto, incensurato. I militari dell’Arma hanno documentato reiterati tentativi di estorsione attuati con finalita’ mafiose al nuovo assegnatario dell’alloggio popolare nel Rione De Gasperi di Quarto. In particolare, a Fruttaldo era stato assegnato un alloggio in un rione popolare nonostante vivesse in una casa privata di sua proprieta’ e tra il 2000 e il 2013 l’avesse sub-affittata per 125 euro al mese alla persona che poi e’ diventata vittima di estorsione.

Dopo un censimento comunale Fruttaldo aveva perso la disponibilita’ dell’appartamento assegnato al nucleo familiare della vittima, che prima pagava 125 euro al mese a Fruttaldo. A quel punto Fruttaldo si era sentito in diritto di intimare la consegna di 10.000 euro quale ‘tangente’ per il passaggio di mano dell’abitazione. Dopo che la vittima ha ignorato la sua richiesta si e’ rivolto alla criminalita’ organizzata per ottenere il pagamento. In piu’ occasioni i Palumbo avevano minacciato la vittima approfittando dell’ intimidazione del clan, costringendola nel luglio 2014 a impegnarsi a consegnare i 10.000 euro e nel dicembre 2014, a causa del mancato pagamento, a lasciare l’abitazione entro Natale. I tre sono stati rinchiusi nel centro penitenziario di Secondigliano.

(ANSA)

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