Un vero e proprio terremoto sta scuotendo da questa mattina i Palazzi della politica capitolina. Una inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, dall’aggiunto Michele Prestipino e dai pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, ha fatto scattare perquisizioni, sequestri e arresti da parte del Ros dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nei confronti di un gruppo trasversale di uomini politici e manager pubblici, 37 persone in tutto, ai quali è contestato il reato di 416bis, ovvero associazione a delinquere di stampo mafioso.
Gli inquirenti hanno documentato un sistema corruttivo finalizzato all’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal Comune di Roma, dalle aziende municipalizzate, dalla Regione Lazio e da diversi uffici ed enti con interessi anche nella gestione dei centri di accoglienza per gli immigrati.
“Larghe intese” al vertice dell’associazione di stampo mafioso
Secondo la Dda il sodalizio criminale farebbe capo all’ex Nar Massimo Carminati, con l’ex amministratore delegato dell’Ente Eur, Riccardo Mancini, l’ex numero uno di Ama (l’azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiuti) Franco Panzironi e l’ex vice capo di gabinetto della giunta Veltroni, Luca Odevaineche, ha operato a Roma e nel Lazio “avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva”.
L’ex terrorista dei Nar, secondo i magistrati della procura, “sovrintende e coordina tutte le attività dell’associazione, impartisce direttive agli altri e fornisce loro schede dedicate per le comunicazioni riservate”.
Si legge, inoltre, nel mandato del Tribunale di Roma che Carminati “individua e recluta imprenditori ai quali fornisce protezione, mantiene i rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali che operano su Roma nonchè con esponenti del mondo politico, istituzionale, finanziario e con appartenenti alle Forze dell’ordine e ai servizi segreti”.
Carminati il “Nero”, da Avanguardia Nazionale alla Banda della Magliana
Carminati vanta un corposo curriculum criminale di tutto rispetto. Classe 1958, ex militante del Fuan, è lui l’ex terrorista dei Nar che ha ispirato il noto personaggio del Nero nel “Romanzo Criminale” di De Cataldo. Infatti la sua vita è fatta di molte luci e ombre, nonostante sia uscito quasi sempre indenne dai numerose vicende giudiziarie. Per anni anello di collegamento, secondo gli inqurenti, tra i terroristi di destra dei Nuclei Armati Rivoluzionari (Nar) di Valerio Fioravanti e la Banda della Magliana.
Al “Nero” si fa riferimento anche nelle indagini sulla strage alla stazione di Bologna del 1980 in seguito al ritrovamento dell’arsenale della Banda all’interno del Ministero della Sanità, episodio per il quale è stato condannato a nove anni in primo grado e poi assolto.
Arrestato per la prima volta nel 1981, mentre cercava di espatriare in Svizzera insieme ad altri due militanti di Avanguardia Nazionale, il suo nome compare anche nella vicenda dell’omicidio del giornalista Mino Pecorelli, che secondo alcune testimonianze di pentiti fu ucciso proprio da Carminati su ordine della Banda della Magliana.
Alla sbarra insieme ai componenti superstiti della più grande organizzazione criminale mai operante a Roma, Carminati venne condannato a dieci anni di reclusione in secondo grado nel 1998.
Poi sparì per molti anni, probabilmente nascondendosi in Giappone come molti altri esponenti dell’estrema destra italiana.
L’uomo ha continuato tuttavia a far parlare di sè. Venne indagato per un furto al caveau della Banca di Roma interno al Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio, a Roma, avvenuto il 17 luglio del 1999 e nel 2012 il suo nome comparve ancora nell’inchiesta sul calcioscommesse che fa emergere i legami di alcuni giocatori con la criminalità organizzata.
Indagati anche Alemanno e politici di primo piano del Pd e di Forza Italia
Tra le 1200 pagine dell’ordinanza, figura anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno (Fratelli d’Italia-An), indagato e la cui abitazione è stata perquisita stamane dai Carabinieri del Ros.
Al centro dell’inchiesta della Procura capitolina anche i consiglieri regionali Eugenio Patanè (Pd) e Luca Gramazio (Pdl-Fi) ed il presidente del consiglio comunale di Roma Mirko Coratti (Pd).
Sequestrati beni per oltre 200 milioni di euro
Nell’ambito dell’operazione, stamane la Guardia di Finanza ha sequestrato beni per un valore complessivo di oltre 200 milioni di euro.
QUI Tutti i nomi degli altri indagati
palvin
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