Almeno due uomini incappucciati e vestiti di nero sono entrati nella sede del giornale satirico francese, noto per il suo stile ironico e provocatorio, e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov. Gli attentatori gridavano «Allah u Akbar»: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot.
«Vendicheremo il profeta» . Un testimone ha detto di aver sentito i due gridare anche «vendicheremo il profeta»: un riferimento alle proteste di parte del mondo islamico dopo la pubblicazione di vignette satiriche su Maometto a varie riprese.
«Parlavano perfettamente francese» , «hanno rivendicato di essere di al Qaida». Questa la testimonianza della vignettista Coco, presente all’attacco contro Charlie Hebdo al sito web de L’Humanitè. «Ero andata a cercare mia figlia al kindergarten. Giungendo davanti alla porta del palazzo del giornale, due uomini incappucciati ed armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare, salire. Ho aperto la porta con il codice numerico. Hanno sparato su Wolinski, Cabu…. È durato 5 minuti…. Mi ero rifugiata sotto la scrivania… Parlavano perfettamente francese….hanno rivendicato di essere di al Qaida».
Nell’attacco sono rimasti uccisi , secondo quanto si apprende, sia il direttore e vignettista Charb (Stephane Charbonnier), sia uno dei disegnatori più importanti, Cabu. Fra le persone uccise ci sono un addetto alla portineria, otto giornalisti, uno dei poliziotti assegnati alla protezione del direttore Charb e un invitato alla riunione di redazione, che si trovavano all’interno, più un secondo poliziotto accorso appena dopo la sparatoria e colpito sul marciapiede di fronte all’edificio. Lo ha precisato il procuratore di Parigi in una conferenza stampa, aggiungendo che le autopsie saranno effettuate domani.
Dopo l’attacco gli assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. L’auto con cui i responsabili dell’attacco sono fuggiti è stata ritrovata per strada nel 19esimo arrondissement di Parigi, estremità nordest della città. Lo riferisce il sito di Le Parisien. Secondo altri media online, gli uomini in fuga avrebbero assalito un altro automobilista in quell’area.
«È un vero massacro, ci sono dei morti!» : così in una drammatica telefonata uno dei dipendenti del giornale Charlie Hebdo che si trovava nella sede al sito di 20 Minutes ha testimoniato l’assalto al giornale prima che la linea cadesse.
«È stato un attentato terroristico, non c’è dubbio . La Francia è sotto shock», ha dichiarato il presidente Francois Hollande, giungendo sul luogo della strage. «Diversi attentati – ha aggiunto il capo dell’Eliseo – sono stati sventati nelle ultime settimane».
I responsabili dell’attacco a Charlie Hebdo sono tre, ha affermato il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, parlando al termine del vertice ministeriale straordinario all’Eliseo.
Uno dei due poliziotti uccisi nella strage aveva 49 anni e faceva la scorta al direttore di Charlie Hebdo. Lo scrive Le Figaro online precisando che il secondo poliziotto ucciso aveva 42 e si chiamava Ahmed, nome di chiare radici musulmane, ed è stato freddato con un colpo alla testa dai terroristi. Secondo un sindacato di polizia le minacce contro Charb si erano intensificate negli ultimi giorni.
Le polemiche Il settimanale, già in passato nel mirino dei fondamentalisti islamici per vignette su Maometto, aveva pubblicato stamani in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi «Sottomissione», che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico.
Charlie Hebdo nel 2012 aveva scatenato una ondata di proteste nel mondo arabo per alcune vignette satiriche su Maometto. La Francia aveva dovuto adottare misure di sicurezza straordinarie, ordinando la chiusura di scuole e ambasciate in 20 paesi “a rischio”.
Il tweet contro al-Baghdadi Circa un’ora prima dell’attacco, sul profilo twitter del giornale è apparsa una vignetta caricaturale del leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi con gli auguri per il nuovo anno.
Massima allerta Posti di blocco sono stati organizzati in tutta Parigi e il governo ha deciso l’immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l’Ile-de-France, la regione di Parigi. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali.