Le mafie a Roma e provincia

La criminalità organizzata nel Lazio, e più dettagliatamente a Roma, è un fenomeno che non ha le stesse caratteristiche visibili che ha in altre regioni come la Sicilia, Campania, Puglia e Calabria. Regioni dove vi è una vera e propria presenza militare delle mafie. Se a Roma non si spara o non si sente parlare di mafia, non significa che non è presente la criminalità organizzata. L’attenzione dell’opinione pubblica spesso è superficiale e quindi si ferma solo in certi momenti e a volte capita che persone addetti ai lavori, invece di prendere seriamente il fenomeno, lo si minimizza affermando che a Roma c’è la sede del Governo e dei prinicpali organi di Polizia.

 
Ma in relatà nella capitale e provincia operano diverse mafie come se fossero una qualsiasi impresa: cosa nostra, camorra e ‘ndramgheta; così come quelle straniere: mafia russa, cinese, albanese, moldava ecc… Roma è un vero e proprio centro di riciclaggio per il denaro sporco derivato dal traffico della droga e di armi, estrsioni, usura, e prostituzione. A dimostrare queste affermazioni sono : – le diverse operazioni di polizia e in particolare la D.I.A.; -il fatto che il giro d’affari della sola cocaina sfiora i 250 milioni di euro l’anno; – 1140 % degli stupefacenti passano per il Lazio e più precisamente poco più della metà per la provincia di Roma; – 247 immobili confiscati tra Roma e provincia su un totale di 322 in tutto il lazio. Le prima infiltrazioni mafiose nella provincia romana risalgono agli anni 60-70.
 
Da alcune dichiarazioni del dott. De Ficchy (DNA) si capisce che già nel 1978, quando interrogò Frank Coppola a Pomezia nella sua villa, rispondeva e si comportava in modo tale da comprendere che era un boss anche li a Roma. Ciò significa che la mafia era presente già da tempo nella capitale e siamo solo nel 1978. Circa un anno prima nasceva la Banda della Magliana, dove si sono aggregati spontaneamente esponenti della comune criminalità. Questa, ha avuto contatti e ha fatto affari con esponenti della camorra, dell”ndrangheta e di cosa nostra. In seguito non è cero mancato il loro zampino in casi molto importanti come l’omicidio Moro oppure le collusioni con personaggi della politica. dai rapporti della magistratura (PM Franco Ionta), si legge nel 1990 che la malavita romana ha cessato di esistere. Ma tutt’ora vi sono ex esponenti della banda della magliana che fanno affari illeciti nella capitale in accordo con la criminalità organizzata e comune, come ad esempio Enrico Nicoletti, ex contabile della banda romana, ora pluricondannato per diversi reati tra cui nel 2006 per associazione mafiosa.
 
Tornando al presente, elenco una serie di eventi più importanti successi recentemente: – nel 2007 una volante della Polizia ferma Antonio Iovine, esibisce documenti falsi, tutto ok. I due agenti solo al ritorno in ufficio si accorgono di aver avuto tra le mani uno dei latitanti più ricercati e pericolosi d’italia; – sempre nel 2007 Polizia di Stato e FBI scoprono una serie di società, di cui una aveva sede accanto a Palazzo Chigi, quotate in borsa in quattro continenti diversi, in cui venivano riciclati i guadagni del traffico di stupefacenti; – 24 marzo 2006, Operazione Ibisco: i Ros eseguono 27 ordinanze di custodia cautelare. Il clan dell’ndrangheta Porrello-Facchineri reinvestivano i proventi della cocaina in strutture alberghiere, discoteche e strutture sanitarie: – A Civitavecchia (Roma) è stao accertato che Cosa Nostra di Gela si è infiltrata negli appalti del settore della cantieristica navale; – Il consiglio comunale di Nettuno è stato scilto e commissariato per infiltrazione mafiosa da parte del clan dell’ndrangheta Gallace-Novella (‘ndrine); -Roma: in una maxi-operazione di polizia vengono arrestati nella capitale diversi esponenti di cosa nostra della famiglia Rinzivillo; -La DDA di Napoli nel 2007 da diversi anni esegue accertamenti nel centro storcio di roma, in particolare alberghi e bar, con l’ipotesi di un giro di riciclaggio della camorra.
 
Dal 2007 un magistrato della DDA di Napoli si reca dai colleghi romani tre giorni a settimana. Poi abbiamo le diverse mafie straniere: traffico di clandestini, prostituzione, gioco d’azzardo, contraffazione e come al solito riciclaggio di danaro. Infine non dimentichiamo i piccolo gruppi locali ch fanno affari illeciti con ogni tipo di mafia e che ci sono quartieri a Roma che non sono da meno di Secondigliano e Scampia: tra consumo e spaccio, vi sono zone dove oltre 200 famigle vivono grazie ai guadagni della vendita di droga. Finalmente da un po di tempo diversi giornali nazionali si sono occupati del fenomeno.
 
Antonio Iafano

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