“Probabilmente non è un caso che si tratti con tanta enfasi la questione della ‘morte dignitosa’ fuori dal carcere per il boss mafioso Totò Riina proprio mentre in Parlamento si discute di legge elettorale e di possibili nuove elezioni politiche (e regionali in Sicilia) in autunno. È un film già visto”. Lo ha detto il leader del movimento antimafia ‘Ammazzateci tutti’, Aldo Pecora, in un video in diretta Facebook sulla pagina ufficiale dell’organizzazione.
“Se ne parla – secondo Pecora – o meglio si parla alla pancia delle persone perché cosí si distrae l’opinione pubblica. Si concentrano le attenzioni verso un tema di forte indignazione mentre altre questioni, non meno serie ed importanti, sembrano svanite nel nulla. Ad esempio la vicenda Consip”.
Riina resta in carcere
“Intanto – ha argomentato il leader di Ammazzateci tutti – un po’ di chiarezza: la Cassazione, pur evidenziando alcune considerazioni contestabili e deprecabili, non ha stabilito che da domani Riina deve lasciare il carcere, ma tecnicamente – basta leggere le 8 pagine di sentenza – ha annullato il provvedimento con cui il tribunale di sorveglianza di Bologna poco più di un anno fa rigettava l’istanza di scarcerazione dei legali del boss per motivi di salute. Per cui, Riina resta in carcere e bisognerà attendere un nuovo provvedimento da parte dello stesso Tribunale di sorveglianza”.
Lavori forzati per i boss
Per il fondatore del movimento giovanile antimafia, “nel merito della questione possiamo dire che anche le vittime della mafia e di Cosa Nostra in particolare, bambini, magistrati, poliziotti, carabinieri, gente comune, meritassero ‘una morte dignitosa’, o molto più semplicemente semplicemente continuare a vivere. Ma unirsi a questo coro è retorico e ipocrita”.
“Perciò, basta blaterare: se un boss mafioso non viene messo ai lavori forzati per poi morire in carcere, allora o tutti i boss mafiosi non devono stare in carcere, oppure tanto vale scarcerarli tutti e tenere dietro le sbarre soltanto i ladri di polli”.
Pecora annuncia mobilitazioni e sciopero della fame
“Molti di noi ragazzi e ragazze di Ammazzateci tutti – ha ricordato Aldo Pecora – in questi anni hanno intrapreso il proprio percorso di vita e professionale, mentre altri diventavano professionisti dell’antimafia. Ma questo è uno di quei momenti in cui dobbiamo tornare per strada, alla mobilitazione, allo spirito che, dalle strade di Locri, ci ha visti nascere e crescere 10 anni fa”.
“E visto che bisogna essere conseguenziali – annuncia il presidente di Ammazzateci tutti – sarò io il primo ad assumere una decisione drastica: farò sciopero della fame nel caso Riina o qual si voglia altro boss sarà ritenuto degno di una morte migliore, ovvero fuori dalle patrie galere. E invito tutti gli italiani a scrivere meno post su Facebook e seguirci”.