Legalitàlia 2008: impressioni, risultati e prospettive

Luigi De Magistris, Salvatore Boemi e Salvatore Borsellino È ancora difficile ripensare con freddezza a ciò che abbiamo vissuto: quando l’impegno e la fatica, siano essi mentali, fisici od emotivi, ti stringono come è successo a noi nei giorni scorsi, la mente lavora solo per suggestioni, ricordi forti e immagini dominanti, senza dare la possibilità di analizzare ciò che è accaduto e riflettere compiutamente su di esso. Poiché, tuttavia, ho paura che qualcosa finisca nel dimenticatoio in fretta, provo a produrre qualcosa hic et nunc.

Parto da una considerazione generica, per poi passare ad analizzarla, punto per punto, nei vari temi per i quali a mio parere il meeting aveva un significato: Legalitàlia ’08 è stato un successo.

1. L’antimafia. Non sono certo il primo a dire che in tutto il paese l’impegno contro la criminalità organizzata stia maturando sempre più. Il meeting appena conclusosi mi ha aiutato a verificare e a prendere coscienza concretamente di questo. Ciò che testimonia questa considerazione è la quantità di “dato per scontato” presente nei vari discorsi di ciascun relatore. Fino a pochi anni fa, infatti, le persone ne sapevano mediamente molto di meno; oggi che qualcosa si sta muovendo in modo vagamente più rumoroso, gli interventi possono prendere una piega diversa, possono entrare più in profondità dentro le questioni e far comprendere a ognuno i vari aspetti del problema, anche i più complessi (ed oscuri). Come per ogni campo della vita, sono convinto che la pluralità ed il confronto siano una buona strada per raggiungere il nostro obiettivo e nel tendone e sul palco di Legalitàlia hanno messo piede personaggi provenienti da ambienti diversi e con funzioni sociali ed istituzionali di tipo diverso. Ciò è positivo e permette alla coscienza popolare, effettiva destinataria del meeting, di avere un’idea il meno possibile limitata di come le cose stiano. Nel continuare a fare vera antimafia sociale, ma di rottura, bisogna insistere su questa strada, aprirsi ancora maggiormente (sempre e solo con chi sta dalla parte giusta, sia chiaro), continuare a fare rete ed evitare di scadere nell’autoreferenzialità (pericolo reale per un tipo di movimento come il nostro, ma finora sostanzialmente scongiurato)

2. La memoria. Il meeting era dedicato ad Antonino Scopelliti, compianto magistrato caro a noi tutti. Come l’anno scorso, l’anniversario del suo omicidio, avvenuto il 9 agosto del 1991, è stato spunto e occasione per Legalitàlia. Uno dei fini era perciò quello di ricordare. Sono convinto che la memoria intesa solo come superficiale commemorazione serva a poco, o meglio, abbia solamente valore simbolico. Un evento di questo genere ha permesso invece di dedicare tempo e riflessioni a quanto è accaduto a Campo Calabro 17 anni fa e a quanto (non) è accaduto successivamente. Abbiamo ascoltato, ad esempio, alcuni inediti e profetici scritti di Scopelliti, una lucida e chiara analisi dei fatti attraverso la magnetica voce di Carlo Lucarelli, una spiegazione storico-tecnica della vicenda ad opera del capo della DNA, il procuratore Piero Grasso.
Insomma, avendo sfruttato questo spazio per arricchirci e per arricchire, abbiamo fatto qualcosa di indispensabile: utilizzato la memoria di ciò che è stato per rendere il presente più consapevole ed il futuro migliore. Su tutto, la “richiesta” a gran voce di Rosanna, figlia del magistrato, di far venire alla luce elementi d’indagine nuovi, speriamo utili a far riaprire un fascicolo che ad oggi non reca il nome né dei mandanti, né degli esecutori di un omicidio eccellente.

3. Il Movimento. Legalitàlia è stato organizzato e gestito completamente da noi giovani del Movimento antimafie “E adesso ammazzateci tutti”. Da quando il movimento e tale e da quando si è smesso di usare la dicitura “ragazzi di Locri” (ormai priva di senso), questa è stata indubbiamente l’occasione in cui ci siamo ritrovati più numerosi che mai come attivisti. Eravamo tanti, entusiasti, carichi e pieni di voglia positiva di spaccare il mondo, d’obbligo tra i 15 e i 25 anni! Il meeting è servito a consolidare legami, anche personali, e a conoscerci sempre meglio: veniamo infatti da tutta Italia e non siamo solo in Calabria o al sud. L’espansione sul territorio nazionale è necessaria e significativa: la mafia è un cancro di tutto il paese e di conseguenza chi la combatte, o prova a farlo, deve essere in tutto il paese. Ho già accennato alle aperture, che sempre di più devono caratterizzare Ammazzateci Tutti, per continuare a migliorarci, per avere una voce sempre meno flebile e, appunto, per espanderci. Anche in quest’occasione è stato chiarito che ci teniamo a star fuori dalla corrente definita antipolitica: siamo solamente contro la mala politica (questo è fondamentale poiché spesso la mala politica è tale perché infettata da contatti con la criminalità). Consapevoli infine che questa battaglia si porta avanti insieme a chi più propriamente ha il ruolo di combatterla, ci siamo schierati insieme alle istituzioni. Quelle istituzioni che hanno qualche arma in più di noi per sconfiggere la mafia e che, mi auguro, lo vogliano davvero.

4. Il territorio.
Legalitàlia si è svolto a Reggio Calabria, ovvero in una terra che come molta parte del meridione soffre per il blocco mafioso e, riprendendo le parole di Lucarelli, rischia così di morire di sottosviluppo. Oserei dire che anche da questo punto di vista i segnali sono stati sostanzialmente positivi: gli abitanti reggini hanno infatti risposto degnamente. Purtroppo non sono ancora possibili paragoni con gli eventi di puro intrattenimento, ma nelle serate legalitarie dei giorni scorsi era difficile trovare una sedia vuota. Il difetto forse più evidente era l’età media dei presenti: al di là di noi del movimento, il numero di giovani presenti era infatti esiguo. Anche dei media locali, a conti fatti, non ci si può lamentare: la risonanza data al meeting è stata adeguata. Il sindaco di Reggio ha dichiarato che qualcosa qui sta cambiando, che società ed istituzioni si stanno muovendo. Lui, da amministratore, incoraggia, io, da persona qualunque, cerco solamente di constatare e devo dire che anche rispetto a poco tempo addietro la percezione di come il territorio accolga e viva questo genere di esperienze è leggermente cambiata: che il meridionale medio sia meno scettico? Più speranzoso? Me lo auguro… Noi la nostra parte l’abbiamo fatta, cercando di scuotere sensibilità, coscienza e coraggio di più cittadini possibili.

5. Prospettive. Per dare uno sguardo a ciò che il futuro potrebbe riservare bisogna ulteriormente scindere i vari piani. A livello “Ammazzateci tutti”, ovvero per quanto concerne lo sviluppo del nostro movimento, qualcosa s’è detto; aggiungo che alcune idee possono essere quelle di collaborare nuovamente con l’orchestra Fiati Reggini, magnifica espressione artistica del luogo, oppure quella di spostare il meeting in un periodo dell’anno più favorevole alla partecipazione dei ragazzi delle scuole: non nel mezzo delle vacanze estive. A livello di successi da ottenere si può affermare che, continuando su questa strada, sempre più persone saranno con noi e vorranno lottare. A livello politico-istituzionale ci si augura che la denuncia coraggiosa produca sempre qualche effetto e che la collaborazione, per imparare e per dare coraggio a chi di dovere, faccia altrettanto.

Vorrei concludere, come uso fare, ottimisticamente. C’è una canzone di Angelo Branduardi che amo particolarmente, si intitola Si può fare e recita così: “…si può fare, si può fare, puoi prendere o lasciare, puoi volere, puoi lottare, fermarti e rinunciare; si può fare, si può fare,  puoi prendere o lasciare, si può crescere e cambiare, continuare a navigare…”. Il messaggio di fondo è che tutto è possibile, a patto che realmente lo si voglia e che nel quotidiano ci si impegni per i propri obiettivi. Non ho ancora diciotto anni: voglio crederci.

Simone D'Ascola
"Ammazzateci Tutti" – Veneto

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