ROMA, 13 dic 2014 – Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha approvato delle norme che saranno inserite nel disegno di legge di riforma della normativa penale sostanziale e processuale, con le quali si “mira a inasprire la normativa di repressione in materia di corruzione, per un piu’ efficace contrasto giudiziario del grave fenomeno criminale”.
In particolare, si inaspriscono le pene del delitto di corruzione propria (pena minima 6 anni, pena massima 10 anni) anche al fine di aumentare i tempi di prescrizione del reato. Con l’aumento della pena minima, inoltre, si tende ad evitare che il processo possa concludersi, scegliendo il patteggiamento, con l’applicazione di pene talmente modeste da non apparire adeguate alla gravita’ del fatto.
La normativa, inoltre, – si legge nel comunicato di Palazzo Chigi – migliora il già efficace strumento della cosiddetta confisca allargata, prevedendo che il provvedimento conservi efficacia anche quando nei successivi gradi di impugnazione sia sopravvenuta una causa estintiva del reato oggetto di accertamento.
Stabilisce, poi, che l’imputato, per chiedere il patteggiamento o l’emissione di condanna a pena predeterminata, debba restituire l’integrale ammontare del prezzo o del profitto del reato contestatogli, venendo meno in caso contrario l’ammissibilita’ della richiesta di definizione anticipata del giudizio. Cio’ al fine di assicurare che il profitto di questi gravi delitti sia sempre oggetto di recupero a fini di confisca.
(askanews)