ROMA, 4 dic 2014 – Dall’inchiesta della procura di Roma sul malaffare e la corruzione nella Capitale “emergono fatti gravi e Roma non ha mai visto una situazione del genere”. Lo ha detto il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a margine della cerimonia per le celebrazioni della santa patrona dei vigili del fuoco. “Per quanto riguarda le imputazioni contestate agli indagati, ovvero il 416 bis, Pecoraro afferma che nella Capitale non si puo’ parlare di mafia in senso tradizionale: camorra, ‘ndrangheta e mafia.
“Si tratta di reati con modalita’ di tipo mafioso. Siamo fuori dalla mafia tradizionale“, ha aggiunto il prefetto. Pecoraro ha ricordato anche che in una audizione del 2011 davanti alla commissione parlamentare antimafia aveva evidenziato che a Roma c’era un tipo di delinquenza che puntava a gestire gli affari e i settori economici. “Avevamo avuto, con forze dell’ordine e magistratura, una intuizione. Tant’e’ che poi si arrivo’ al sequestro del Caffe’ de Paris e di alcuni alberghi”. “Sono situazioni diverse che vengono a colpire una societa’ sana come quella romana. C’e’ bisogno di sana competzione tra le aziende, di una burocrazia efficiente e quello che emerge dall’incihesta e’ esattamente il contrario”.
(askanews)