Fissato per il 22 gennaio presso l’aula bunker di via Paglia, invece, l’inizio dei riti alternativi (che in caso di condanna comportano lo sconto di pena di un terzo), tra cui quelli dell’ex assessore regionale alla Forestazione Dionisio Gallo (con la Giunta Chiaravalloti), ora consigliere regionale dell’Udc, del sindaco di Botricello Giovanni Puccio, dell’ex assessore provinciale di Crotone, Giuseppe Puccio. Due le parti civili ammesse: il villaggio turistico “Praialonga”, e Stefano Forleo, l’ex amministratore della struttura che, secondo le ipotesi degli inquirenti, divenuto “scomodo” sarebbe stato scalzato a suon di minacce dal suo posto per volere del clan Maesano che avrebbe avuto in pugno la struttura. Questo, almeno, nell’impianto accusatorio costruito dal pm Bruni nell’ambito della maxi inchiesta antimafia sfociata, a dicembre 2006, nel blitz dei carabinieri del Comando Provinciale di Crotone che eseguirono l’ordinanza cautelare emessa dal gip distrettuale del capoluogo calabrese, su richiesta della Procura antimafia a carico di 12 persone (10 finirono in carcere e 2 ai domiciliari). Un’operazione, quella portata a termine il 28 dicembre, che ha visto i militari impegnati contro la cosca dei Maesano, e contro un presunto sistema di collusioni e di scambi di favori fra la ’ndrangheta e rappresentanti istituzionali e politici, e imprenditori.
I reati contestati a vario titolo vanno dall’associazione mafiosa al falso in atti pubblici, dal voto di scambio politico mafioso alla corruzione, dall’estorsione al riciclaggio, per politici che avrebbero ottenuto sostegno elettorale procurato dalla ’ndrangheta, o imprenditori della zona, in cambio di favori e agevolazioni pagate con soldi pubblici. Il clan aggredito è quello dei Maesano, ai cui presunti affiliati ad aprile, nel prosieguo dell’inchiesta coordinata dai pm Sandro Dolce e Bruni, i carabinieri sequestrarono beni per 10 milioni di euro. Sarebbe Luigi Maesano il capo indiscusso dell’omonima cosca del Crotonese, oggi in carcere, dove si trovava già, a Voghera, per una precedente condanna, e da dove, secondo gli inquirenti avrebbe continuato a tenere le redini del sodalizio, grazie anche alla collaborazione del fratello Fiorello, residente da tempo a Bologna dove si trasferì per sfuggire alla sanguinosa faida con gli Arena di Isola Capo Rizzuto, e del 58enne Giovanni Puccio, presunto reggente del clan nelle province di Catanzaro e Crotone. Al centro dell’inchiesta il villaggio di Praialonga, a Isola Capo Rizzuto, che nelle indagini rappresenta il simbolo degli “interessi” dei Maesano, che ne avrebbero conquistato il controllo dopo anni di “lotte”.
A questo punto, delle rispettive ipotesi accusatorie contestate sono chiamati a rispondere tutti tranne i 19 completamente prosciolti “per non aver commesso il fatto”. Anche altre cinque persone compaiono nella lista di coloro per i quali è stato pronunciato il non luogo a procedere, ma solo relativamente ad alcune delle accuse (mentre rispondono di rimanenti imputazioni). Per quattro di loro (Domenico Calabretta, l’ex assessore provinciale crotonese Lucio Cosentino, Gennaro Marrazzo e Michele D’Alfonso), però, è caduta la più grave ipotesi di associazione a delinquere di stampo mafioso.
Tutte le decisioni del gup di Catanzaro
Completamente prosciolti in 19: Vittorio Cosentino, 57enne di Catanzaro; Nicola Agresta, 40enne di Montauro; Antonio Lioi, 53enne di Catanzaro; Mario Mungo, 38enne di Crotone; Antonio Mirante, 49enne di Catanzaro, residente a Santa Severina; Pasquale Colosimo, 46enne di Santa Severina; Giuseppe Scida, 50enne di Santa Severina; Franco Gerardi, 40enne di Santa Severina; Francesco Lazzaro, 41anni di Santa Severina; Francesco Vetere, 50enne di Strongoli; Rocco Mancuso, 42enne di Strongoli; Giuseppe Mammolenti, 50enne di Strongoli (consigliere comunale di Strongoli); Salvatore Mammolenti, 48enne di Strongoli; Angelo Vincenzo Quintieri, 41enne di Catanzaro; Saverio Spina, 41enne di Cerenzia; Daniele Bonasse, 37enne di Crotone residente a Cerenzia; Nicola Marasco, 33enne di Crotone; Gerardo Ceraudo, 59enne di Strongoli; Fabrizio Gallo, 39enne di Strongoli residente a Cirò Marina (vice prefetto aggiunto di Crotone).
Parzialmente prosciolti in 5: Domenico Calabretta, 56enne di Isola (presidente della Sezione di Le Castella della Lega navale italiana); Lucio Francesco Antonio Libero Pio Cosentino, 47enne di Cosenza, residente a Cotronei (consigliere provinciale di Crotone); Gennaro Marrazzo, 55enne di Isola (presidente del Consorzio di bonifica di “Le Castella-Capo Colonna”); Michele D’Alfonso, 65enne di Santa Severina (delegato della Commissione per l’emergenza ambientale presso l’Ato 3 di Crotone); Angela Tortello Cannata, 48enne di Melissa. È venuta meno la grave ipotesi associazione mafiosa che veniva contestata ai primi 4.
Ammessi al rito abbreviato (che inizierà il 22 gennaio) in 49: Fiorello Maesano, 38enne di Crotone, residente a Bologna; Tommaso Zicchinello, 36enne di Milano, residente a Isola; Paolo Zicchinello, 26enne di Crotone, residente a Isola; Antonio Zicchinello, 60enne di Isola; Luigina Geraldi, 54enne di Isola; Rosetta Zicchinello, 34enne di Milano, residente a Bologna; Antonio Acciardi, 31enne di Milano residente a Verona (tutti con audizione dei testi indicati nelle istanze dei difensori). Luigi Maesano, 53enne di Isola capo Rizzuto (detenuto a Voghera); Luigi Foglia, 51enne di Crotone (presidente dell’Associazione Crotone spettacolo); Carmine Piscitelli, 57enne di Isola; Salvatore Tassone, 58enne di Pallagorio, residente a Crotone; Dionisio Gallo, 52enne di Strongoli, residente a Crotone (consigliere regionale, ex vice presidente della commissione regionale antimafia); Umberto Gatto, 47enne di Botricello; Raffaele Vrenna, 49enne di Crotone (presidente di Confindustria Crotone e dell’Fc Crotone); Giuseppe Puccio, 61enne di Botricello (assessore allo Sport e spettacolo della Provincia di Crotone); Giovanni Puccio, 51enne di Botricello (sindaco di Botricello); Giuseppe Bevilacqua, 54enne di Crotone (segretario del Prc della Provincia di Crotone); Patrizia Adorno, 45enne di Reggio (vice prefetto aggiunto presso il ministero degli Interni già capo struttra e responsabile amministrativo della segreteria dell’assessorato alla Forestazione); Bruno Parentela, 51enne di Catanzaro; Giuseppe Antonio Iaconis, 73enne di Reggio residente a Crotone; Giuseppe Clarà, 42enne di Santa Severina; Ernesto Pasquale Forte, 42enne di Morano residente a Lagonegro (dirigente dipartimento Foreste della Regione); Pietro Lo Guzzo, 64enne di Catanzaro (all’epoca dei fatti componente della segreteria dell’assessorato alle Foreste); Roberta Scalamandré, 41enne di di Soverato (dipendente della Regione); Giuseppe Falbo, 54enne di Sellia Marina; Costantinos Ropalis, 57enne di Cipro residente a Santa Severina; Rosalba Ziparo, 53enne di Santa Severina; Gaspare Labonia, 35enne di Crotone; Giovanna Drammis, 33enne di Crotone, residente a Belvedere Spinello; Gaspare Colosimo, 52enne di Sorbo San Basile, residente a Carlopoli (dipendente regionale); Mario Schipani, 53enne di Albi (dipendente regionale); Salvatore Ferraro, 45enne di Santa Severina; Vincenzo Colosimo, 43enne di Santa Severina; Antonio Bagnato, 37enne di Santa Severina; Luigi Cotrone, 55enne di Strongoli; Rosario Scandale, 47enne di Petilia Policastro; Silvana Alessio, 50enne di Petilia Policastro; Luigi Vivino, 57enne di Petronà; Roberto Vivino, 32enne di Petronà; Luca Vivino, 30enne di Petronà; Giuseppe Antonio Maria Lillo, 51enne di Lamezia Terme; Renato Cozza, 45enne di Santa Severina; Antonio Bruno, 43enne di Santa Severina; Agostino Ammirati, 58enne di Santa Severina; Pasquale Arcuri, 63enne di Santa Severina; Pietro Barone, 60enne di Santa Severina; Antonio Marescalco, 48enne di Santa Severina; Sergio D’Ippolito, 55enne di Crotone (medico sociale dell’Fc Crotone); Attilio Mazzei, 55enne di Caraffa residente a Settingiano.