Vicende che ora si arricchiscono delle novità dell'ultima ora. Perchè le parole alle quali De Magistris si è lasciato andare dopo la notizia dell'avocazione dell'inchiesta non sono piaciute a più di un rappresentante dell'organo di autogoverno delle toghe.
"Martedì – anticipa il consigliere togato Fabio Roia (Unicost) – porterò all'attenzione della Commissione sia il provvedimento di avocazione sia le ulteriori dichiarazioni e denunce di De Magistris, anche in relazione alle accuse che lancia: cercheremo di capire se siamo al tramonto dello stato di diritto o se invece ci sono altri tipi di problemi…".
"Martedì sono all'ordine del giorno della Prima Commissione tutte le pratiche su De Magistris – premette il laico della Cdl Gianfranco Anedda, anche lui componente dell'organismo di Palazzo dei Marescialli -. Ci occuperemo con molta attenzione delle dichiarazioni di De Magistris quando farà i nomi di questi poteri occulti e fornirà elementi concreti. Altrimenti, sono solo insinuazioni, e un magistrato che fa insinuazioni non si comporta in modo corretto e adeguato".
Sulla vicenda "bisogna intervenire presto, è doveroso", è l'appello di Livio Pepino, togato di Magistratura democratica: "C'è una situazione di grave disagio che richiede un intervento tempestivo prima che la situazione degeneri", avverte un altro dei componenti della Prima Commissione.
A segnalare le difficoltà della vicenda, soprattutto ora che è intervenuta l'avocazione, è Dino Petralia, togato dell'altra corrente di sinistra, il Movimento per la giustizia. "Siamo di fronte ad un caso molto dubbio – ragiona – se l'avocazione è stata decisa per 'inimicizia grave'. Un caso diverso se invece la decisione è stata presa sulla base del clamore che c'è sulla vicenda e sulle fughe di notizie. Clamore che potrebbe creare ragioni per avocare l'inchiesta".