NASCE “LIBERA INFORMAZIONE”

{mosgoogle}All'indomani della sottolineatura da parte del presidente della Republica, Giorgio Napolitano, del ruolo dell'informazione contro le mafie, e' stato presentato oggi dall'organizzazione "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", nella sede della Fnsi a Roma, la fondazione "Libera Informazione Osservatorio nazionale sull'informazione per la legalita' e contro le mafie". Tra gli obiettivi della fondazione, secondo gli organizzatori, il superamento del silenzio con cui, purtroppo sempre piu' frequentemente, il mondo dell'informazione, al di la' della cronaca immediata, guarda ai fenomeni mafiosi e la promozione di iniziative legislative, sociali e associative che contrastano la criminalita' organizzata anche sul piano culturale.
Presenti all'incontro, Luigi Ciotti, presidente di Libera, Francesco Forgione, presidente Commissione Parlamentare Antimafia, Roberto Morrione, presidente della Fondazione "Libera Informazione Osservatorio Nazionale sull'informazione per la legalita' e contro le mafie", Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Piero Marrazzo, presidente della regione Lazio, e alcuni familiari di giornalisti uccisi dalla criminalita' organizzata.

"Non dovrebbe esserci bisogno di mettere accanto alla parola informazione l'aggettivo 'libera' perche' l'informazione o e' libera o, semplicemente, non e' informazione: e' propaganda, marketing, falsificazione. La parola e' troppo spesso imbrigliata, le penne spuntate, le cronache monche o pilotate", ha affermato Luigi Ciotti, sottolineando poi come la stessa liberta' d'espressione si trovi a essere minacciata se il sitema mediatico risulta essere "dipendente dai centri del potere economico e finanziario".
Inevitabile il richiamo ai 'martiri' del giornalismo d'inchiesta: da Mauro de Mauro a Giancarlo Siani, da Mauro Rostagno a Giuseppe Impastato. "Libera Informazione nasce dall'esigenza di costruire un soggetto culturale e professionale per rompere l'isolamento esistenziale dei giovani, in particolare quelli del sud Italia", ha spiegato Roberto Morrione. "Per aiutare i loro sforzi tenaci e coraggiosi, per dare alla loro denuncia una sponda e una visibilita', che sia insieme anche occasione di formazione, scambio di esperienze, raccordo e proposta operativa per le istituzioni e per il mondo della scuola e dell'universita', come per le realta' civili impegnate sul fronte dei diritti", ha aggiunto Morrione.

"Le mafie invadono tutte le regioni italiane, non solo il sud. L'informazione puo' e deve avere un ruolo di fondo nella lotta alla criminalita' organizzata. E'necessario rompere la complicita' tra mafia e politica", ha concluso Morrione.
"Ritengo giusto che la regione Lazio contribuisca al progetto dell'Osservatorio e credo fortemente nel progetto di una fondazione come luogo in cui depositare la memoria, luogo di solidarieta' e sodalizio per abbattere la cultura della criminalita' organizzata". Ha poi affermato il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, sottolineando come la stessa Regione sia impegnata in tal senso. "E' importante – ha spiegato invece Paolo Serventi Longhi – appoggiare iniziative come queste. E lo dobbiamo fare per i familiari dei giornalisti uccisi dalla mafia". Il pensiero del segretario generale della Fnsi corre anche a Lirio Abbate, redattore dell'Ansa, ancora sotto scorta e minacciato da Cosa Nostra.

"E' fondamentale – ha aggiunto Serventi Longhi – abbattere le connivenze tra poteri forti e mondo del giornalismo. Spazziamo via le 'strizzatine d'occhio' per non essere fiancheggiatori diretti della criminalita' organizzata". "L'osservatorio sulla legalita' e' un servizio alla democrazia e alla liberta' del nostro paese", ha specificato Francesco Forgione. "Il suo ruolo – ha proseguito – e' interrogare quotidianamente il mondo dell'informazione sul proprio ruolo e sulla sua vera funzione e la politica". Il presidente della Commissione Parlamentare antimafia ha inoltre evidenziato come "la lotta alla mafia non sia ancora sufficientemente presente nell'azione del governo. Percio' e' sempre piu' importante il lavoro d'inchiesta dei giornalisti. La politica, nella sua autosufficienza, non puo' riuscire a combattere la criminalita' organizzata. E' comunque necessario ridefinire il rapporto tra istituzioni e societa' civile".

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