Per anni è stato impiegato per proteggere le case dal calore, isolare caldaie, costruire i freni delle auto, potenziare vernici. Ma l’amianto, e le fibre da cui e’ composto – “protagonisti” del maxi-processo Eternit, conclusosi in Cassazione senza condanne – e’ un killer che non perdona ed e’ direttamente collegato all’insorgenza del tumore del polmone. Una battaglia questa che il premier Matteo Renzi, incontrando una delegazione di Casale Monferrato, non ha esitato a definire “di civilta’”. Ma non si ferma qui la marcia innestata dal presidente del Consiglio, che gia’ era stato chiaro all’indomani della sentenza della Cassazione. “Lo Stato si costituira’ parte civile” se si aprira’ a Torino il processo per omicidio contro Stephan Schmidheiny, il magnate svizzero proprietario dell’Eternit, ha assicurato Renzi ai parenti delle vittime dell’amianto.
La storia
Fuori legge in Italia dal 1992, l’amianto e’ stato largamente utilizzato fino agli anni ’80 per produrre la miscela cemento-amianto (Eternit). Un nemico silente che ha causato 3.000 morti ogni anno in Italia. Una sola fibra di amianto, infatti, e’ 1.300 volte piu’ sottile di un capello e penetrando nei polmoni, puo’ causare tumori devastanti. Un tragico trend con un picco di vittime fino al 2015, quando la curva epidemiologica comincera’ a ridursi. Nel 2005, lo stabilimento di Casale Monferrato viene bonificato e sarcofacizzato. E’ la fine del piu’ grande sito produttivo di Eternit in Europa. Ma la scia di vittime delle polveri letali non finisce e solo nell’area della cittadina del monferrato vengono registrati oltre 120 nuovi casi nei due anni tra il 2009 e il 2011. Il resto, e’ storia giudiziaria di questi giorni.
Le richieste
Sessanta milioni di euro fino al 2020 per completare i lavori di bonifica dei siti contaminati di amianto nell’area di Casale Monferrato. E che siano computati al di fuori del patto di Stabilita’. E’ quanto chiedono, tra le altre cose, i parenti delle vittime dell’Eternit, oltre alla messa al bando dell’amianto e l’inserimento di Casale tra i progetti di bonifica a rilevanza internazionale. Proprio lo Sblocca Italia ha reso subito spendibili 14 milioni e 571 mila euro per le bonifiche da amianto nei territori compresi nel ‘Sin’ di Casale Monferrato. Ma non bastano.
Al Governo ora si chiede anche l’impegno concreto affinche’ si approvi in tempi rapidi il disegno di legge sui reati ambientali nel codice penale, fermo da marzo nelle commissioni Ambiente e Giustizia del Senato, ed intervenga per avviare al piu’ presto, con adeguate risorse economiche e strumenti opportuni come l’extra-incentivo per la sostituzione dell’Eternit con il fotovoltaico, le bonifiche dei siti industriali e la rimozione dell’amianto dagli edifici contaminati. Entro mercoledi’ la lista delle richieste doveva al premier: “Ai problemi amministrativi come lo sblocco dei fondi, vi diremo si o no in tempi brevi”. Entro quindici giorni. Sulle questioni piu’ politiche, come la modifica della prescrizione, Renzi dice che “bisogna studiarle bene, al momento le soluzioni sono diverse, ma bisogna farle velocemente. La vita non si prescrive”. La vicenda del processo Eternit, oltre al problema della prescrizione, ha, però, dimostrato inequivocabilmente la mancanza nell’ordinamento italiano di una fattispecie di reato ad hoc.
La legge
La legge, attualmente in discussione, sui delitti contro l’ambiente, verra’ licenziata dal Senato entro dicembre o, al piu’ tardi, entro gennaio. Ad assicurarlo ai parenti delle vittime di amianto e’ stato lo stesso presidente del Senato, Piero Grasso che ha ricordato come “quello dell’amianto e dell’eternit sia un problema nazionale”. Disastro ambientale e inquinamento, traffico di materiale radioattivo, confisca obbligatoria del profitto del reato, impedimento del controllo. Questi alcuni dei delitti contro l’ambiente (il nuovo titolo si chiama proprio ‘dei delitti contro l’ambiente’), che aggiornano il codice penale con un pacchetto di misure sugli ecoreati che prevedono anche aggravanti per mafia e sconti di pena per chi si ravvede. Il testo e’ stato approvato alla Camera il 26 febbraio di quest’anno e da quel momento e’ fermo al Senato nelle commissioni Ambiente e Giustizia.
I numeri della tragedia
In Italia di amianto si continua a morire. Sono oltre 4000 le persone che muoiono a causa dell’esposizione della pericolosa fibra di amianto. 75mila gli ettari di territorio interessati dalla presenza dell’amianto e inseriti nel Programma nazionale di bonifica del Ministero dell’ambiente. 380 i siti contaminati a maggior rischio, mentre sono circa 50 mila gli edifici pubblici e privati in attesa di bonifica, ma il censimento a livello nazionale e’ ancora incompleto. Numeri che dimostrano come il Paese sia drammaticamente in ritardo rispetto a quello che si sarebbe potuto e dovuto fare in termini di smaltimento e bonifiche, arginando l’emergenza sanitaria provocata dall’esposizione all’amianto.
(fonte: ITALPRESS)