ROMA – “Oggi, nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario dalla nascita del procuratore Antonino Scopelliti, la Calabria ed i calabresi onesti ricordano un uomo mite, libero, giusto, il cui sacrificio di morte attende ancora giustizia”.
A dichiararlo, in una nota, il presidente dell’associazione ‘Ammazzateci tutti’, Aldo Pecora.
“L’uccisione di Nino Scopelliti – continua Pecora – titolare della pubblica accusa nel maxiprocesso in Cassazione contro Cosa Nostra, ha sancito storicamente un patto di sangue inedito tra mafia siciliana a ‘ndrangheta calabrese, segnando la fine di una terribile stagione di guerra tra le famiglie mafiose del reggino e lanciando un segnale chiaro e forte alle Istituzioni democratiche”.
Secondo l’attivista antimafia, “per troppi anni il delitto Scopelliti era caduto, forse anche con non poche complicità, nell’oblio, ignorato non solo da una Calabria allora distratta e impaurita ma anche dalla storia, che sino ai primi anni duemila limitava l’apertura della stagione delle stragi ai soli fatti siciliani”.
“Adesso – continua Pecora – stiamo finalmente raccontando una storia diversa e la memoria del procuratore Scopelliti ha conquistato il giusto spazio nel cuore dei calabresi e degli italiani. E non temo smentite nell’affermare che gran parte del merito di ciò va alle indefesse battaglie di ‘Ammazzateci tutti’ ed alla insostituibile azione di testimonianza della figlia, Rosanna, portate avanti nell’ultimo decennio”.
“Attendiamo ora fiduciosi – conclude il fondatore di Ammazzateci tutti – che nei prossimi mesi anche il complesso iter investigativo-giudiziario possa finalmente trovare risoluzione, consegnando finalmente alla Calabria ed al Paese verità e giustizia sulla morte del magistrato Antonino Scopelliti”.
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