Si è svolta ieri a Reggio Calabria, in occasione del ventunesimo anniversario dall'uccisione per mano mafiosa del giudice Antonino Scopelliti, la serata d'apertura di "Legalitàlia", il meeting nazionale antimafia promosso dal movimento "Ammazzateci Tutti" e dalla Fondazione Antonino Scopelliti.
Dopo la messa, celebrata nel Duomo da don Luigi Ciotti, la manifestazione ha preso il via dal palco allestito nel "Villaggio della legalità" di Piazza Duomo, dove hanno portato il proprio saluto il sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Arena, l'assessore alla Cultura ed alla Leglità della Provincia di Reggio, Eduardo Lamberti-Castronuovo, il Presidente della giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, il viceprefetto vicario di Reggio Calabria, Giuseppina Maria Patrizia Di Dio Datola, il sindaco di Lamezia Terme, Gianni Speranza, e Rosario Bellè, per l'amministrazione comunale di Villa San Giovanni.
Al termine dei saluti istituzionali, la figlia del giudice Scopelliti, Rosanna, ha consegnato nelle mani del procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo, il Premio "Antonino Scopelliti", il riconoscimento istituito dalla Fondazione intitolata all'alto magistrato, giunto alla sua quarta edizione.
Il Procuratore Creazzo, ringraziando la Fondazione Scopelliti ed i ragazzi di Ammazzateci Tutti, ha voluto dedicare il premio "a tutta la squadra di giovani magistrati impegnati a Palmi nel contrasto alla 'ndrangheta".
Dopo la consegna del premio, Rosanna Scopelliti, il procuratore Creazzo, il giornalista Orfeo Notaristefano ed il sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, hanno partecipato al talk intitolato "Ma dove sta la verità?", condotto dal giornalista e leader di "Ammazzateci Tutti", Aldo Pecora che, aprendo i lavori, ha inteso replicare alle dichiarazioni diffuse ieri dal procuratore capo facente funzioni della DDA di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, il quale in una nota ufficiale ha voluto chiarire che "allo stato nessuna determinazione formale è stata adottata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria in ordine ad una eventuale riapertura delle indagini sul delitto Scopelliti".
"Forse il reggente Sferlazza vuole proteggere il buon esito delle indagini, mi chiedo soltanto perché precisarlo alla stampa proprio oggi e non un mese fa, o tra qualche giorno. Dire che il caso non è riaperto, proprio nel giorno del ventunesimo anniversario dall'uccisione del giudice Scopellti, – ha incalzato Pecora – ha certamente un sapore diverso, un po' amaro".
"Ma la polemica inizia e finisce qui – ha detto il fondatore di "Ammazzateci tutti" – per il rispetto che dobbiamo alla magistratura e, soprattutto, ai nostri ospiti che sono qui questa sera". E, rivolgendosi al pubblico, Pecora ha precisato: "il fatto che il pm Lombardo sia qui stasera non vuol dire che parleremo di indagini sul delitto Scopelliti, se lo credevate avete sbagliato manifestazione. Noi parleremo del giudice Scopelliti".
Lombardo ha definito "impensabile l'assenza di verità sul delitto Scopelliti". "Io pretendo – ha detto il pm – da calabrese, da magistrato e da padre che un giorno si possa raggiungere la verità, perché come potrei spiegare tra vent'anni a mio figlio che anche in calabria abbiamo avuto magistrati uccisi?". "Il sangue di Nino Scopelliti – ha detto Lombardo – è dello stesso colore di quello di Giovanni Falcone e Borsellino, e noi faremo di tutto per far sì che il suo sacrificio non sia stato vano".
Il procuratore Creazzo, promotore nello scorso febbraio dell'intitolazione ad Antonino Scopelliti dell'aula bunker del tribunale di Palmi, ha definito il delitto come "la pagina più triste della storia di questa terra, e ancora più triste il fatto che non si sia riusciti ad assicurare alla giustizia i responsabili della sua uccisione".
Durissima stoccata, in chiusura, da Rosanna Scopelliti, che ha rivelato: "pare che papà, quando si trovava in Calabria, si recasse quotidianamente al mare accompagnato da un suo amico di famiglia, ma stranamente quel 9 agosto era da solo".
Agli inquirenti il compito di accertare la veridicità di quanto dichiarato dalla figlia del giudice ucciso.