In onda lunedì 10 marzo 2008 alle 21.10 su Rai Uno.
In questa storia il valore civile di testimonianza si sposa all'intrattenimento, nel raccontare un "giallo" in piena regola.
Graziella Campagna aveva diciassette anni quando fu assassinata il 12 dicembre 1985, a Villafranca, una paese nel messinese. Graziella era una ragazza tranquilla e serena; la sua unica colpa era stata quella di voler aiutare la famiglia, di modeste condizioni, andando a lavorare in una lavanderia. Qui, per un tragico destino, attraverso un documento lasciato casualmente in un indumento portato a lavare, era venuta a conoscere la vera identità di un pericoloso latitante che si nascondeva nella cittadina.
L'omicidio di Graziella sarebbe rimasto impunito, se non ci fosse stato il sacrificio di chi ha lottato da allora per fare luce su questo crimine: suo fratello Pietro Campagna, il giovane carabiniere, che insieme alla sua famiglia ha speso quasi vent'anni per poter vedere la fine del processo sul delitto di sua sorella.
Nel 2004, finalmente, il tribunale ha condannato i colpevoli dell'omicidio e quelli del favoreggiamento, delle collusioni e dei depistaggi che hanno costellato questa vicenda tragica e amara, un vero specchio di una società avvelenata dal malaffare.
Solo nel 2004, Graziella Campagna è stata riconosciuta vittima di mafia, e per mantenerne il ricordo, si è costituita una fondazione che annovera personalità come lo scrittore Vincenzo Consolo, Carlo Lucarelli e don Ciotti.
All'interno di questa attività di informazione e di memoria, necessaria ad un mondo che "se scorda i suoi errori, è condannato a ripeterli", si colloca l'iniziativa di realizzare un film.
La sceneggiatura è stata scritta l'aiuto della famiglia Campagna e soprattutto di Pietro, e dell'avvocato Fabio Repici che ha curato gli interessi di parte civile della famiglia. I produttori sono Alessandro Jacchia e Maurizio Momi con la loro società Albatross.
Autore della sceneggiatura, e regista del film, è Graziano Diana, al suo debutto nella regia, ma che come sceneggiatore ha al suo attivo film di grande successo popolare e di critica, come Ultrà sul tifo calcistico, La scorta su uno dei momenti più drammatici della lotta dei magistrati contro la mafia nei primi anni '90, Un eroe borghese sulla vicenda dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata di Sindone, ucciso da un killer della mafia nel 1979.
Le riprese sono realizzate nei luoghi veri dove la storia ha avuto luogo: Messina, Villafranca e Saponara, il paese dove viveva Graziella e dove ancora vive la famiglia Campagna, e dove il sindaco ha dedicato la piscina comunale alla sua memoria, e ha aderito con interesse all'iniziativa del film.
Far ragionare, testimoniare e far riflettere le persone: tutti doveri questi che ci appartengono come cittadini e come operatori culturali, e appartengono ad un intrattenimento che voglia essere utile, nella tradizione del nostro migliore cinema civile. Crediamo sia importante soprattutto per i più giovani che oggi hanno vent'anni e non ricordano, non possono ricordare, non ne hanno gli strumenti. Per tanti anni, di Graziella Campagna non si parlava più. È invece importante contribuire perché questa memoria sia sempre più forte.
Con l'obiettivo di ricordare il sacrificio di Graziella Campagna, si sono tenuti nell'Aula Magna dell'Università di Messina, incontri cui hanno partecipato il presidente del Gruppo Abele e di Libera-Associazioni contro le mafie, don Luigi Ciotti; lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo; il giornalista conduttore di Blu Notte Carlo Lucarelli; l'imprenditrice anti-racket Pina Maisano Grassi; il magistrato Giambattista Scidà, già in forza al Tribunale dei minori di Catania.
La società civile ha giocato un ruolo importante nella riapertura del processo per individuare i responsabili della sua morte. È come se la cittadinanza si fosse riappropriata una volta per tutte della drammatica storia di Graziella Campagna e la Fondazione intitolata a suo nome ha significato propriamente "una testimonianza per la verità e la giustizia come strumenti indefettibili di progresso sociale".
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