In seguito, durante il sit-in del Comitato pro De Magistris davanti alla sede del Consiglio superiore della Magistratura, i due si erano esposti, a distanza di una settimana, descrivendo rapporti fra centri di potere e la ’ndrangheta e sostenendo in modo documentato che recenti scelte amministrative sull’organizzazione regionale della sanità e della forestazione calabrese sono state compiute per allargare clientele e consenso elettorale.
Avevano aggiunto, dandone indicazioni, che ci sono legami fra politici di spicco calabresi e campani, finalizzati a finanziare attività di riciclaggio e copertura gestite dalla camorra, con la collaborazione di gruppi massonici.
Ricevuto il biglietto, Alessio ha detto che «il clima è torbido e confuso, quindi occorre non spaventarsi ma nemmeno sottovalutare». Morrone ha sottolineato, poi, che «serve un sostegno morale, corale e istituzionale, per evitare l’isolamento di scrittori scomodi che denunciano i rapporti tra politica e mafia nel profondo Sud». Ma pochi hanno raccolto l’appello: solo alcuni quotidiani calabresi hanno dato la notizia dell’episodio capitato ad Alessio. Solidarietà dalla "Rete per la Calabria”, che riunisce vari movimenti di lotta alla ’ndrangheta, a partire dai giovani di “E adesso ammazzateci tutti”. La Rai regionale, come la tv di San Giovanni in Fiore, comune simbolo dell’assistenzialismo statale, non ha accennato all’accaduto, né dalla politica è pervenuta condanna pubblica del gesto.
Dopo la minaccia, gli autori di “La società sparente” hanno anticipato all’undici novembre la presentazione del libro in quel comune, prevista, invece, per il prossimo dicembre. Immediata la disponibilità a partecipare da parte di Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, di Rosanna Scopelliti, figlia del giudice Antoninoo, di Aldo Pecora, portavoce del movimento antimafia “E adesso ammazzateci tutti”, di Giorgio Durante, fondatore di “Calabrialibre”, e dei deputati Giacomo Mancini (Sdi), Franco Laratta (Pd) e Angela Napoli (An), membro della Commissione parlamentare contro il fenomeno mafioso. Avuta, in proposito, la disponibilità d’una sala privata da imprenditori locali colpiti da doppio lutto per mano della ’ndrangheta, Alessio e Morrone hanno poi ricevuto disdetta «per inagibilità dei servizi pubblici, causata da adolescenti» durante una festa recente. In realtà, ci sono state forti pressioni, a riguardo, da parte di un terzo imprenditore citato in “La società sparente”, peraltro non accusato dagli autori e interessato solo dalla dichiarazione d’un uomo legato a un giovane ucciso dalla droga, riportata nel testo con prudenza e garanzie per il destinatario. Questo imprenditore ha riferito a persone vicine che avrebbe «impedito in tutti i modi la presentazione del libro a San Giovanni in Fiore» nel posto in questione e avrebbe «querelato gli autori, considerando nemici quanti con loro saranno solidali». Dalla verifica di un professionista del luogo, i bagni del locale risultano funzionanti.
{mosgoogle}Nei giorni scorsi, la proposta di un funzionario comunale di inserire “La società sparente” nella settimana di lettura organizzata dalla biblioteca comunale ha ricevuto un violento diniego da esponenti politici. Né sembrano disponibili altri spazi, pubblici o privati, per la presentazione del volume nel centro silano.
In seguito a queste difficoltà, Alessio e Morrone hanno rinunciato a presentare il loro libro a San Giovanni in Fiore, spostando a Cosenza l’appuntamento del prossimo undici novembre.
Per ultimo, alcune librerie calabresi stanno informando i lettori che il testo è stato ritirato dal commercio. “La società sparente” è sempre in vendita, invece, dalla pubblicazione nello scorso ottobre.