BARI – La guerra tra i clan rivali Lorusso e Campanale del quartiere San Girolamo di Bari è stata scandita negli anni da omicidi, ferimenti e intimidazioni ai danni di affiliati ai due gruppi malavitosi. In particolare negli ultimi cinque anni esponenti di spicco delle due famiglie mafiose sono stati protagonisti di numerosi episodi di sangue.
Nell’agosto del 2009 Umberto Lorusso, figlio del sorvegliato speciale Nicola Lorusso ucciso nell’agguato di questa mattina, venne gambizzato e costretto su una sedia a rotelle. Solo un mese piu’ tardi la risposta del clan con il ferimento di Diego Casadibari, affiliato ai rivali Campanale, che in poche ore sfuggi’ all’agguato e venne poi arrestato per il ferimento di Lorusso.
Nel giugno del 2010 Umberto Lorusso, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti baresi della Dda, sparo’ contro il nipote del boss Campanale, Felice Calabrese. Per l’agguato, accusati di tentato omicidio con l’aggravante del metodo mafioso, Umberto Lorusso e sua moglie Michela Di Pietro furono arrestati nel dicembre dello stesso anno.
Si arriva cosi’ all’agosto del 2012, quando il boss Felice Campanale sfugge ad un agguato. Verra’ ucciso un anno dopo, il 28 agosto 2013, mentre passeggiava con la moglie al quartiere Poggiofranco di Bari. Quella stessa sera arriva la risposta del clan con colpi di pistola esplosi contro la palazzina dove abitano i Lorusso a San Girolamo. Le sparatorie, con decine di bossoli rinvenuti dagli investigatori nel quartiere alla periferia sud di Bari, sono andate avanti fino al maggio scorso, mentre alcuni esponenti del clan Lorusso – fra i quali Umberto – venivano arrestati e processati nell’ambito di un’inchiesta su un giro di estorsioni ai danni di commercianti.
(fonte: ANSA)