ROMA, 14 dic – “Secondo me bisogna applicare alla corruzione gli stessi strumenti che oggi usiamo per il contrasto alle mafie. E’ per questo che a mio avviso i provvedimenti messi in cantiere dal governo non sono sufficienti”. Lo afferma il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, intervistato dal Messaggero. “Credo che l’iniziativa del governo sia apprezzabile ma ancora troppo timidi gli interventi normativi nel contrasto alla corruzione. Anche perchè questi interventi, apprezzabili ma minimali, potevano essere affidati a un decreto legge. Se si e’ scelta la strada del disegno di legge, con tempi piu’ distesi, allora si puo’ fare di piu'”.
“La principale novità – continua Roberti – mi pare legata al fatto che non sara’ piu’ possibile accedere al patteggiamento se non restituisci i beni ottenuti con la corruzione”. L’aumento delle pena? “Va bene, ma non e’ un grande risultato. Passare una pena edittale dagli attuali 4 anni di minima e 8 di massima a 6/10 è qualcosa. L’intervento che blocca la prescrizione tra un grado e l’altro di giudizio ricalca un progetto del Pd su cui sono stato audito”. “Preferivo il progetto presentato dai Cinque stelle che prevede la cessazione della prescrizione una volta che viene esercitata l’azione penale”. E al giornalista che chiede se ci sia una sottovalutazione del fenomeno il procuratore antimafia dice: “bisogna fare una scelta di campo, superando la visione in cui il corruttore e il corrotto sono ‘simpatiche canaglie’ responsabili di reati tutto sommato minori”.
(ANSA)