In relazione alle vicende di cronaca note come “Mafia Capitale”, devo dire che il dilagare della corruzione a me come onesto cittadino reca tristezza e sconforto e sicuramente nuoce molto gravemente le generazioni future.
Il problema della corruzione, dei clientelismi e simili è molto ma molto più ampio (temo io) di quello che si riesce a scoprire con faticose, lunghe ed estenuanti indagini. La figura politica di riferimento, in numerose zone d’Italia, altro non è che un mero referente ai collusioni, clientelismi, associazioni mafiosi e malaffari che finiscono, inevitabilmente, per danneggiare per l’ennesima volta tutti i cittadini italiani onesti.
Da oltre venti anni, più o meno dall’ufficializzazione del terremoto giudiziario noto come “Mani pulite”, l’Italia, a mio avviso, versa in uno stato comatoso nel quale i furfanti camuffati da politici alterano gare d’appalto e concessioni dei più diversi ambiti con il solo scopo di favorire gli amici ottenendo in cambio un ragguardevole tornaconto personale di tipo (quasi sempre) economico. Sarebbe necessario un risveglio profondo delle coscienze, forse sarebbe opportuno augurarsi di vedere sulla scena politica italiana una figura come Gandhi, o forse la mia è solo utopia. In sostanza, abituati a vedere furfanti ovunque, per gli italiani sarebbe una sorta di boccata di ossigeno vedere finalmente un politico onesto.
Gandhi è stato un profondo strenuo difensore della non violenza e, a questo punto di vista, avallare o peggio costruire un sistema di corruzione diffuso significa alimentare una bomba ad orologeria in casa che prima o poi esploderà con effetti sociali devastanti. Da diversi anni, iniziamo a vedere le conseguenze di questo sistema suicida che arricchisce pochissimi affamando tutti gli altri.
Un politico gandhiano potrebbe e dovrebbe far riscoprire il valore e la bellezza dell’onestà. Una domanda sorge però spontanea: un uomo solo sarebbe davvero in grado di cambiare la mentalità di decine e centinaia di politici corrotti?
Una cosa è certa: se non vi sarà una rapida e rigorosa inversione di marcia, l’Italia finirà definitivamente affossata ed irrimediabilmente perduta in quei numerosi rivoli di falso perbenismo che avvelena i rapporti etici, sociali e umani di quanti, ogni giorno, si alzano dal letto con il preciso obiettivo di fare il proprio dovere, in qualunque ambito lavorativo.
Quando, talvolta, mi fermo a pensare sulle sorti dell’Italia tra venti trent’anni, non posso fare a meno di immaginare un popolo ed uno Stato ridotti al lumicino: e forse allora, e solo allora, vi sarà un moto di insurrezione popolare che potrà quantomeno arginare il mare di corruttele che circonda e assale la nostra nazione.
I politici, in buona sostanza, non sono altro che il risultato allo specchio di una popolazione: vedere quanto siano corrotti i nostri rappresentanti fa effettivamente venire la pelle d’oca e l’orticaria, o forse peggio.
Sarebbe utile e opportuna una “rivolta” popolare di proporzioni gigantesche contro questi furfanti, ma non credo che noi italiani – attaccati alla prima e alla seconda casa di proprietà, alla bella automobile e simile – siamo in grado di rischiare in prima persona.
Daniele Tuzzolo