NAPOLI, 12 DIC – “Il paradigma mafioso, che vedeva d’ accordo imprenditori, politici corrotti e criminalita’ organizzata era gia’ affiorato a meta’ degli anni ’90, nelle inchieste sulla ricostruzione post-terremoto a Napoli, ma non riuscimmo ad ottenere le condanne per associazione mafiosa, perche’ non disponevamo degli attuali strumenti investigativi”. Così il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, che è intervenuto a Napoli ad un convegno della sezione locale dell’Associazione Nazionale Magistrati sulla legalità.
“Contestammo l’associazione mafiosa alle Coop rosse, le stesse coinvolte nell’ inchiesta di Roma, che erano venute a spartirsi gli appalti della ricostruzione con politici e camorra, ma furono assolte. Rimpiango di non aver avuto 25 anni fa mezzi come le intercettazioni ambientali, che oggi fanno emergere chiaramente il patto tra le cooperative di Buzzi, i politici corrotti e la mafia”.
Quanto all’inchiesta sulla mafia a Roma, Roberti ha detto: “Sto a quanto ha affermato il procuratore Pignatone – che ha annunciato sviluppi dell’inchiesta -, l’ unica valutazione che posso fare al momento e’ che quello che emerge, rispetto al passato, è la sottomissione dei politici alla mafia, e non viceversa”.
(ANSA)