BOLOGNA, 6 dic – Vista la modalita’ dell’uccisione e l’occultamento del cadavere, l’ipotesi degli inquirenti e’ che dietro l’omicidio di Giorgio Gobbi, ritrovato nel bagagliaio della sua Range Rover a Parma, freddato da due colpi di pistola, ci sia un’esecuzione. Si tratterebbe quindi di un delitto legato a contesti di criminalita’ organizzata, e tra le ipotesi viene considerata quella che non sia stato commesso nel luogo dove e’ stata ritrovata l’auto.
L’indagine al momento e’ seguita dal procuratore di Parma Antonio Rustico. Al comando provinciale dei carabinieri della citta’ emiliana si e’ tenuto un vertice investigativo fino a tarda notte. Dallo stretto riserbo istruttorio non emerge se abbia partecipato o meno all’incontro anche un magistrato della Dda di Bologna.
E’ plausibile, comunque, che dopo i primi atti urgenti svolti dalla Procura di Parma, l’indagine passi alla Dda, guidata dal procuratore Roberto Alfonso. Giorgio Gobbi, commerciante nel settore delle auto, era gia’ finito agli onori delle cronache nel 2003 quando un barista di 33 anni di San Giovanni in Croce, provincia di Cremona, gli sparo’ contro dopo una lite nata per futili motivi. Il barista, poi condannato a quattro anni, gli punto’ alla schiena una pistola semiautomatica Browing calibro 6,35 ed esplose due colpi in rapida successione: il primo ando’ a vuoto, il secondo fu deviato dal portafogli che Gobbi portava nella tasca dei jeans. L’aggressione avvenne il 28 luglio 2003 nel bar Centrale di San Giovanni in Croce di Cremona. Per Gobbi la vicenda ebbe anche uno strascico giudiziario. La Procura di Cremona apri’ un fascicolo per tre lettere minatorie che l’uomo, trovato morto ieri sera a Parma, invio’ al barista durante la sua detenzione nel carcere di Lodi.
(ANSA)