VIBO VALENTIA, 3 dic. – Pentito contro pentito sul duplice omicidio dei capi “militari” della ‘ndrangheta delle Preserre vibonesi. Nel processo “Luce nei boschi“, in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia, che vede 27 imputati (molti detenuti) accusati di far parte del “locale” di Ariola di Gerocarne (Vv), il collaboratore di giustizia Domenico Falbo, di Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, nel corso di dichiarazioni spontanee ha stamane accusato Antonio Forastefano, boss dell’omonimo clan di Cassano ed anche lui collaboratore di giustizia, di non aver raccontato ai magistrati tutta la verita’ sul duplice omicidio dei fratelli Vincenzo e Giuseppe Loielo, boss dell’omonimo clan di Ariola uccisi a colpi di mitraglietta il 22 aprile 2002 nei pressi dell’acquedotto di Gerocarne (Vv) da un commando di cui avrebbero fatto parte gli Emanuele di Sorianello (Vv), lo stesso Falbo e Forastefano.
Secondo il pentito Falbo, quando nell’aprile 2002 si recò da Cassano a Gerocarne insieme a Forastefano, quest’ultimo gli avrebbe riferito che bisognava fare nel Vibonese una rapina insieme agli alleati Emanuele, nulla sapendo che si andava invece ad uccidere i boss Loielo. Il pentito Forastefano, che per primo ha accusato Falbo del duplice omicidio, per tale fatto di sangue in primo grado aveva avuto una condanna a 3 anni, ma in appello la pena e’ stata portata a 8 anni e 6 mesi di reclusione.
(AGI)