– ROMA, 10 dic – “La formula mafiosa e’ basata sugli accordi sostanzialmente criminali, di gruppo, per eliminare gli avversari con metodi non necessariamente violenti in se stessi, ma di una violenza che puo’ essere anche economico-finanziaria”. A spiegarlo ai microfoni di “Radio Anch’io” in onda su Rai Radio Uno il magistrato Giancarlo Capaldo, parlando dell’inchiesta della Procura di Roma “Mafia Capitale”.
“Indubbiamente siamo abituati a parlare del 416 Bis, ovvero dell’associazione mafiosa avendo come paradigma Cosa Nostra, la ‘Ndrangheta, dunque meccanismi di violenza e controllo del territorio pero’, forse, questa e’ una visione superata perche’ noi abbiamo visto, soprattutto a Roma, come le Mafie si infiltrino per riciclare e non hanno come finalita’ il controllo del territorio, piuttosto il controllo delle attività. Il meccanismo culturalmente mafioso puo’ dunque esser cosi’ definito, se poi diciamo possa integrarsi o meno nel reato, questa e’ la valutazione che faranno i magistrati” ha aggiunto il magistrato rispondendo in merito alla posizione assunta dal direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, che dubita che la vicenda romana sia assimilabile alla Mafia.
(askanews)