WHY NOT: MASTELLA ESCE DA INCHIESTA, POSIZIONE ARCHIVIATA

{mosgoogle}CATANZARO – Clemente Mastella esce definitivamente dall'inchiesta Why not nella quale era rimasto coinvolto nell'autunno dello scorso anno. La posizione dell'ex ministro della Giustizia, infatti, è stata archiviata dal Gip di Catanzaro, Tiziana Macrì, che ha accolto in toto la richiesta avanzata il 4 marzo scorso dalla Procura generale del capoluogo calabrese. A chiedere l'archiviazione della posizione di Mastella era stato il procuratore generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, insieme ai suoi due sostituti, Domenico De Lorenzo e Alfredo Garbati. «Il Gip – ha detto Jannelli – ha accolto la richiesta di archiviazione perchè mancavano assolutamente i presupposti per l'iscrizione e successivamente non sono sopravvenuti elementi nuovi. Al di là del merito del provvedimento e delle persone coinvolte siamo soddisfatti perchè il giudice ha condiviso del tutto la nostra impostazione e le nostre conclusioni».
 
L'ex ministro alla Giustizia era stato indagato nell'inchiesta Why Not, su presunti illeciti nell'utilizzo di fondi pubblici, per abuso d'ufficio in relazione ai suoi presunti rapporti con Antonio Saladino, l'ex presidente della Compagnia delle opere della Calabria pure coinvolto nell'inchiesta. L'allora ministro della Giustizia era stato iscritto nel registro degli indagati dal pm Luigi De Magistris. L'indagine fu successivamente avocata dal procuratore facente funzioni dell'epoca, Dolcino Favi. A suo avviso De Magistris era incompatibile a proseguire l'inchiesta dopo che Mastella, nella sua qualità di ministro della Giustizia, aveva chiesto il trasferimento del pm per presunte irregolarità nella conduzione delle sue inchieste.
 
La notizia dell'archiviazione ha provocato l'immediata reazione di Mastella che ha chiesto l'intervento del Capo dello Stato quale presidente del Csm parlando di un «vero e proprio attentato a libertà e prerogative costituzionalmente riconosciute». A giudizio del segretario dell'Udeur, se è vero che mancavano i presupposti per l'iscrizione tra gli indagati «si tratta di un fatto gravissimo». Per questo motivo Mastella ha annunciato di avere dato mandato ai suoi legali di valutare «tutte le possibili azioni giudiziarie e amministrative a tutela della mia persona e per chiedere il risarcimento dei danni a chi ha lavorato (sul piano giudiziario, sul piano mediatico e su quello politico) per la mia eliminazione politica». Mastella giudica quindi «irreparabile» il danno che gli è stato arrecato, invitando «i responsabili» a «vergognarsi moralmente avendo costruito un vero e proprio linciaggio su un fatto che non c'è mai stato e che loro sapevano che non c'era».
 
La richiesta di danni è stata commentata da Aldo Pecora, leader del movimento «Ammazzateci tutti» sorto dopo l'omicidio di Francesco Fortugno e promotore del Comitato Pro De Magistris. «Mastella che chiede i danni a De Magistris? È un pesce d'aprile spero» ha detto il giovane.
(Alessandro Sgherri – ANSA)

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