{mosgoogle}REGGIO CALABRIA – «Con la cattura di Pasquale Condello abbiamo preso solo uno dei capi della decina di cosche che controllano il capoluogo reggino, la 'ndrangheta non è debilitata». Lo ha detto il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Alberto Cisterna, intervistato a 'Uno Mattina'. «Prendendo Provenzano abbiamo arrestato il capo della mafia siciliana, mentre Condello è solo un capo, sia pur molto importante, della 'ndrangheta». Il magistrato riprende il paragone dell'organizzazione criminale calabrese con Al Qaeda: «Il paragone nasce dall'immagine di Bin Laden sulle montagne afgane. Nonostante siano organizzazioni molto ricche sono costrette a vivere nascosti in luoghi angusti, come tra le montagne o a San Luca, un paese apparentemente povero». Confiscare i beni del boss è il prossimo obiettivo, Cisterna è sicuro della teoria dell'antimafia: «Non sopportano essere privati delle loro ricchezze perchè è questo che li rende potenti agli occhi della gente». Infine, la commistione tra 'ndrangheta e politica. Il sostituto procuratore della Dna non commenta la provocazione del presidente della Regione Calabria Agazio Loiero su un interesse più accentuato della magistratura con inchieste giudiziarie che hanno dato un'immagine negativa della Calabria, ma individua la «colpa» nel federalismo. Mentre nelle altre regioni il federalismo ha portato effetti positivi – conclude Cisterna – in Calabria «la gestione più accentrata della politica su diversi interessi (una volta non era così) ha portato all'avvicinamento delle cosche dove questi interessi vengono gestiti». (Adnkronos)