{mosgoogle}(ANSA) ROMA – Se il pm di Catanzaro Luigi De Magistris non ha più speranze di vedersi restituire l'inchiesta Why not, dopo che il Pg della Cassazione ha dichiarato inammissibile il suo ricorso contro l'avocazione, non altrettanto può dirsi per un'altra delle indagini sottratte al magistrato: la Poseidone, che riguarda illeciti nella gestione dei fondi per la depurazione in Calabria e che potrebbe tornare a De Magistris, se il Csm dichiarasse illegittima la revoca della delega disposta dal procuratore Mariano Lombardi. La questione se il Csm abbia o no il potere di bocciare la decisione di Lombardi e così di far tornare l'indagine nelle mani del suo titolare originario è però tutt'altro che pacifica. Ne discuterà la Settima Commissione di Palazzo dei marescialli a partire da martedì prossimo. Un dibattito che non sarà semplice, visto che si tratta del primo intervento, da quando è entrata in vigore la riforma dell'ordinamento giudiziario, che ha dato più poteri ai procuratori. Due gli orientamenti a confronto: quello di chi, come il relatore Ugo Bergamo (Cdl), ritiene che il Csm non possa mai pronunciarsi sui provvedimenti con cui vengono tolte le inchieste ai sostituti, ma solo sulle eventuali disfunzioni organizzative che ne possono derivare agli uffici giudiziari; e quella di chi invece, come il presidente Dino Petralia (Movimento per la Giustizia), sostiene che il Csm non possa esprimersi sulle avocazioni disposte dalle procure generali e possa invece dire la sua, quando a intervenire- come nel caso della Poseidone- è il procuratore, con la revoca della delega al suo sostituto."Il nuovo ordinamento ha lasciato ampi margini di autonomia al procuratore. Ma questi nell'esercizio del potere di revoca deve rispettare alcuni principi, a cominciare da quelli costituzionali" , spiega Petralia, secondo il quale è il Csm a dover valutare se tutto è stato fatto secondo le regole in forza di "una risoluzione approvata a luglio". Se la Commissione ritenesse di potere intervenire, sarebbe tutt'altro che peregrina l'ipotesi di una bocciatura del provvedimento di Lombardi (preso dopo che De Magistris, senza informarlo, aveva inviato un avviso di garanzia al senatore Giancarlo Pittelli); visto che quella revoca, fatta dal procuratore nonostante la sua amicizia con Pittelli,gli è già costata al Csm l'avvio di una procedura di trasferimento d'ufficio e un'indagine penale a Salerno per abuso d'ufficio. La prossima sarà dunque una settimana chiave al Csm per De Magistris, tenuto conto anche che la Prima Commissione deciderà se aprirgli la procedura di trasferimento d'ufficio per incompatibilità per le sue dichiarazioni alla stampa su collusioni tra politica, magistratura e imprenditoria.