Pelle, latitante dal 2000, era ricoverato sotto falso nome nel reparto di chirurgia dell'ospedale di Polistena, un paese della piana di Gioia Tauro, sulla statale che collega lo Jonio al Tirreno, dove sicuramente l'anziano boss godeva di appoggi. Stamane l'avevano operato per un'ernia strozzata. Al suo capezzale c'era la moglie. E' stata lei, inconsapevole di essere pedinata, ad accompagnare i carabinieri al letto del marito. L'anziano era steso su un letto post-operatorio insieme ad un altro paziente. Quando i carabinieri gli hanno consegnato il mandato di cattura, sconsolato ha ammesso: "E' tutto finito, è tutto finito".
Pelle è il boss più potente di San Luca, uno dei capi storici dell'organizzazione, e nella struttura gerarchica della cosca ricopriva il grado più alto. Si dice che abbia trascorso la sua latitanza nei boschi dell'Aspromonte. Niente telefono, niente computer. Solo messaggeri per comunicare con i suoi uomini. Ma il male l'aveva costretto a farsi ricoverare e "l'imprudenza" gli è costata l'arresto.
Ricercato per associazione di tipo mafioso finalizzata al traffico internazionale di armi, di sostanze stupefacenti e sequestro persona, condannato a 26 anni reclusione, Pelle è rimasto piantonato nell'ospedale: sarà trasferito in carcere non appena le sue condizioni di salute lo permetteranno.