{mosgoogle}PALERMO (Reuters) – Gli agenti della squadra mobile di Palermo hanno arrestato oggi un pregiudicato in libertà da più di un anno ritenuto l'amministratore dei beni della mafia corleonese e "consigliori" del boss Bernando Provenzano. Lo riferisce la polizia.
Giuseppe "Pino" Lipari, 72 anni, è stato arrestato oggi su ordine del carcerazione emesso dal gip di Palermo Antonella Consiglio sui richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dei pm Michele Prestipino e Marzia Sabella, con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso pluriaggravata.
Lipari, un geometra noto nei salotti palermitani e da tempo vicino alla "famiglia" dei corleonesi, aveva scontato una pena di undici anni e due mesi di reclusione per associazione mafiosa e da più di un anno era in libertà, si legge in una nota della questura di Palermo.
L'arresto, che ha portato anche al sequestro di appartamenti e appezzamenti di terreno nelle vicinanze di Palermo per un valore di tre milioni di euro, è scattato in seguito a un'indagine partita dopo l'arresto del boss mafioso Bernando Provenzano, e dall'analisi dei "pizzini" utilizzati per comunicare con l'esterno durante la sua latitanza.
Secondo gli investigatori, Lipari, che durante la sua prigionia aveva anche inscenato un pentimento per cercare di depistare le indagini sulla mafia, sarebbe stato in passato il curatore dei beni di boss come Tano Badalamenti e Totò Riina, e infine esperto di edilizia e appalti per il "padrino" Provenzano.
Giuseppe "Pino" Lipari, 72 anni, è stato arrestato oggi su ordine del carcerazione emesso dal gip di Palermo Antonella Consiglio sui richiesta del procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone e dei pm Michele Prestipino e Marzia Sabella, con l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso pluriaggravata.
Lipari, un geometra noto nei salotti palermitani e da tempo vicino alla "famiglia" dei corleonesi, aveva scontato una pena di undici anni e due mesi di reclusione per associazione mafiosa e da più di un anno era in libertà, si legge in una nota della questura di Palermo.
L'arresto, che ha portato anche al sequestro di appartamenti e appezzamenti di terreno nelle vicinanze di Palermo per un valore di tre milioni di euro, è scattato in seguito a un'indagine partita dopo l'arresto del boss mafioso Bernando Provenzano, e dall'analisi dei "pizzini" utilizzati per comunicare con l'esterno durante la sua latitanza.
Secondo gli investigatori, Lipari, che durante la sua prigionia aveva anche inscenato un pentimento per cercare di depistare le indagini sulla mafia, sarebbe stato in passato il curatore dei beni di boss come Tano Badalamenti e Totò Riina, e infine esperto di edilizia e appalti per il "padrino" Provenzano.