Politici calabresi? Ne hanno arrestato un altro, dell’Udeur…

MAFIA: OLTRE 50 ARRESTI TRA UMBRIA E CALABRIA.

Pasquale Tripodi, assessore al turismo della Regione CalabriaIn manette anche l'assessore al turismo della Regione Calabria Pasquale Tripodi, arrestato per associazione mafiosa.

I carabinieri stanno eseguendo in diverse regioni italiane, in particolare in Umbria e Calabria, oltre 57 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e ad altri reati. Le ordinanze sono state emesse su richiesta della Procura distrettuale Antimafia di Perugia. Al centro delle indagini condotte dal Ros, un sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti, di cui e' stata documentata anche la diffusa infiltrazione nel settore economico-imprenditoriale, in particolare nell'edilizia e nel mercato immobiliare.

L'assessore al Turismo della Regione Calabria, Pasquale Tripodi, dell'Udeur, è stato arrestato stamani nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Dda di Perugia su un presunto sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Tripodi e' accusato di associazione mafiosa. Tra gli arresti fatti in Calabria, figurano anche il sindaco di Staiti, Vincenzo Ielo, il vicesindaco di Brancaleone, Gentile Scaramuzzino, ed un tecnico del comune di Brancaleone, Domenico Vitale.

Gli inquirenti, nel corso dell'operazione denominata 'Naos', hanno accertato in particolare gli interessi illeciti dell'organizzazione criminale in appalti inerenti centrali idroelettriche ed infrastrutture turistiche calabresi, agevolati dalla collusione con esponenti delle amministrazioni pubbliche comunali e regionali.

Metodologie ritenute tipicamente mafiose, nell'ambito del traffico degli stupefacenti, del reimpiego di capitali in attività edilizie, del traffico di autovetture rubate o "clonate", del riciclaggio di assegni falsificati sono state evidenziate dagli inquirenti nell'ambito dell'operazione Naos eseguita dai carabinieri del Ros coordinati dalla procura di Perugia. Sono 57 le misure cautelari che vengono eseguite tra Umbria, Calabria, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia e Trentino-Alto Adige.

Venivano reimpiegati nella costituzione di diverse società impegnate nell'edilizia, impostesi nel comparto produttivo in virtù dei prezzi concorrenziali offerti ai committenti, i proventi dell'attività illecita delle presunte organizzazioni criminali al centro dell'indagine Naos dei carabinieri del Ros coordinati dalla Dda di Perugia. Secondo gli inquirenti, tale egemonia era favorita non solo dall'origine dei finanziamenti, ma anche dalla scarsa qualità dei materiali impiegati, nonché dalla sistematica violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro e la previdenza della manodopera, composta in buona parte da extracomunitari clandestini. Attraverso tali società, secondo l'accusa il sodalizio era inoltre interessato all'acquisto di lotti di terreno in Sardegna per la realizzazione di strutture turistiche e residenziali.

Anche settori bancari sono risultati implicati come "necessario supporto operativo" alle attività delle società coinvolte nell'indagine Naos dei carabinieri del Ros di Perugia. Una delle 57 ordinanze di custodia cautelare ha riguardato il responsabile della dipendenza umbra di un noto istituto di credito. 

Ansa

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