Il suddetto Contrada avrebbe testualmete detto: "Di Paolo Borsellino ho un grandissimo ricordo. Con lui c'era un'ottima collaborazione professionale, ma anche un'amicizia che ci portava a frequentarci fuori del lavoro".
La prima e' che l'avvocato Giuseppe Lipera continui autonomamente nella sua opera di disinformazione tesa a mistificare la realta' presentando all'opinione pubblica un traditore dello Stato come una vittima di chissa' quali macchinazioni ed attribuendo alla durezza del regime carcerario le condizioni fisiche dello stesso Contrada, dovute invece per la maggior parte ad un digiuno volontario attuato allo scopo.
La seconda e' che il quadro clinico denunciato sia effettivamente così grave, perlomeno a livello cerebrale, da avere completamente ottenebrato la mente dello stesso Contrada tanto da far nascere nella sua mente ricordi non assolutamente corrispondenti ed anzi in assoluto contrasto con la realta'.
Non e' assolutamente spiegabile altrimenti quanto risulta da atti processuali e quanto mi sono ancora oggi fatto ribadire dalla figlia maggiore di Paolo, cioe' che almeno in due occasioni Paolo avesse reagito al solo sentire il nome di Contrada, peraltro neanche noto al resto dei suoi familiari, dicendo esplicitamente che sarebbe stato meglio che nemmeno pronunziassero nemmeno il nome dato che si trattava di un individuo estremamamente pericoloso.
Non bisogna poi dimenticare come il pentito Gaspare Mutolo avesse fatto a Paolo, in un colloquio non verbalizzato, il nome di Contrada insieme a quello del Giudice Signorino.
Paolo fu ucciso la settimana prima dell'incontro che avrebbe dovuto avere con Mutolo per verbalizzare queste dichiarazioni.
Il giudice Signorino si uccise quando cominicarono a trapelare le voci sulle dichiarazioni di Gaspare Mutolo.
Contrada e' oggi in carcere per scontare una condanna definitiva e tenta di far parlare i morti e sfruttare la sparizione dell'agenda rossa di Paolo Borsellino per non pagare il suo debito con la societa'.