Bregantini, 59 anni, attualmente è vescovo di Locri-Gerace, incarico che ricopre dal 1994, ed è un simbolo della lotta alla 'Ndrangheta. La notizia, non confermata, si è diffusa nelle ultime ore ed ha provocato una dura reazione in Calabria, tra i suoi fedeli, che chiedono a gran voce di bloccare questo trasferimento. Nato a Denno, un paesino del Trentino-Alto Adige, Bregantini dovrebbe prendere il posto di mons. Armando Dini che andrà in pensione. Dini ha già raggiunto i limiti di età ed è ancora n carica in prorogatio. Lui stesso ha annunciato nei giorni scorsi la sua imminente sostituzione.
Probabilmente giovedì 8 novembre ci sarà l'annuncio ufficiale che potrebbe essere anticipato visto che le indiscrezioni hanno reso la notizia ormai di pubblico dominio. In Calabria in queste ore sono stati rivolti appelli alla Santa Sede perché faccia rimanere Bregantini a Locri. Un appello è stato firmato anche da un nutrito gruppo di intellettuali calabresi. Bregantini ha iniziato la sua attività a Verona, dove ha frequentato il seminario e svolto gli studi fino al liceo nelle scuole dei padri Stimmatini conseguendo la licenza liceale e poi ha completato gli studi ottenendo la licenza in Storia della Chiesa presso l'Università Gregoriana di Roma. A Verona si era guadagnata la definizione di "prete operaio", perché durante il seminario aveva lavorato per alcuni anni in una fabbrica.
E' stato ordinato sacerdote nel 1978 ed ha svolto per molti anni la sua attività pastorale nel Mezzogiorno d'Italia, come parroco in realtà difficili della Calabria e della Puglia, come cappellano nelle carceri e come prete negli ospedali. Nel 1994 è diventato vescovo prendendo possesso della diocesi di Locri. Qui da subito è stato impegnato in prima linea contro la violenza e per la difesa dei diritti dei più deboli. Tra l'altro è stato promotore di cooperative agricole per dare lavoro ai giovani. Negli ultimi anni ha subito anche intimidazioni e minacce. Ora, a meno di clamorosi colpi di scena, si prepara a guidare l'Arcidiocesi di Campobasso-Bojano.
“Sono certo comunque – conclude il giovane antimafia – che Monsignor Bregantini durante la sua missione apostolica in Calabria sino ad oggi abbia ben seminato. Perciò spetta prima di tutto a noi giovani il compito di raccogliere i frutti della speranza e continuare la semina”.